Gran Premio di Monaco: a Oltre 150km orari per le vie di Monaco
Quando si sente parlare di Monaco, la splendida città del Principato omonimo, le prime cose che vengono in mente sono la celebre famiglia Grimaldi e il famosissimo Gran Premio.
Quest’ultimo si svolge ogni anno tra le vie del quartiere Montecarlo.
La prima corsa fu disputata il 14 aprile 1929, sotto la guida del fondatore dell’Automobile Club di Monaco, Antony Noghes; da allora è uno dei circuiti più seguiti e più interessanti di tutto il mondiale di Formula Uno, grazie alla particolarità che il percorso di snoda tra le stradine strette e tortuose della città.
Il Gran Premio di Monaco fa parte della storia della Formula Uno: la pericolosità del tragitto, i muretti affianco alla strada, il famoso tunnel e i suoi giochi di luce che rendono difficoltoso al pilota vederne l’entrata e l’uscita, lo rendono un appuntamento da non perdere.
Come diceva il pilota Keke Rosberg, il padre di Nico, che ha seguito le stesse orme del genitore e corre attualmente in Formula Uno, si tratta di una pista di montagna al mare.
La difficoltà di questa pista è data dalla complessità del sorpasso tra le macchine: il circuito è talmente stretto che risulta molto complicato superare e perciò la bravura del pilota si manifesta in modo particolare; molti piloti si ritirano per i numerosi incidenti che purtroppo si verificano puntualmente ogni anno.
Oltre a strade strette, poche via di fuga e nessuna barriere antiurto, la pista di Montecarlo ha delle particolarità che nessun altro circuito al mondo può vantare: è lunga solamente 3,34 km e viene ripetuta 78 volte, per un totale di 260,520 km.
Possiede inoltre la curva più stretta del Mondiale di Formula Uno: il Tornantino della Vecchia Stazione.
Chiamato in passato anche la lenta Loews, ora Grand Hotel Hairpin, deve essere percorso a una velocità massima di 55 km/h, al fine di scongiurare un inevitabile incidente.
A proposito di nomi, ogni tornante di questo particolare circuito ha un nome ben preciso: le più particolari sono la Curva del Tabaccaio, dove un tempo c’era effettivamente un negozio di tabacchi; la Sainte Devote, patrona di Montecarlo; il Casino, che affianca il famoso Casinò del quartiere; il Mirabeau alto, un belvedere che si affaccia sul mare e infine la Rascasse (ossia lo Scorfano), un tornante a destra di ben 150°.
Il vero “Re del Gran Premio di Montecarlo” è senza dubbio il compianto pilota brasiliano Ayrton Senna, che nel corso degli anni ha vinto ben sei trofei sul difficile circuito cittadino, cinque pole position e otto podi; il team più vincente risulta McLaren, con quindici vittorie.
Il Gran Premio di Monaco può essere vissuto da numerosi punti della città: in prima fila dalle tribune a ridosso della pista, dalle numerose terrazze e ristoranti come l’Hotel de Paris nella piazza del Casino o addirittura a bordo di uno yacht a pochi metri dalla pista.
È proprio nei ristoranti della città monegasca che, approfittando del week-end della formula uno, si possono degustare i piatti tipici del Principato di Monaco.
Questa cucina è molto simile alla cucina provenzale, ma ha molto in comune anche con quella ligure.
Uno dei piatti tradizionali più conosciuti è senz’altro lo stocafi, ossia lo stoccafisso, che viene cotto nel vino e servito con una salsa di pomodoro, olive nere, aglio ed erbette aromatiche tipicamente provenzali.
Noto anche il Barbagiuan, un primo piatto di origini liguri composto da dei raviolini fritti, ripieni di zucca e formaggio.
La città di Monaco non possiede formaggi tipici locali, ma si può rimediare prendendo in prestito quelli francesi come il sempre presente Brie, da abbinare a un buon Chardonnay, o l’immancabile Roquefort, ottimo accompagnato da un Sauternes di qualità.